Nella Historia della città di Torino, il letterato seicentesco Tesauro parla di un antichissimo mito: Fetonte, figlio di Eridano (che era l'antico nome del Po), dopo aver lasciato l'Egitto giunse in Liguria, oltre la quale trovò una terra fertilissima, attraversata da fiumi come il delta del Nilo. Qui vivevano numerose genti per nulla barbariche, tra cui spiccavano gli adoratori del dio Api, venerato sottoforma di Toro. Il nome di questo popolo, situati nella fantomatica Taurasia, era i Taurini, incontrastati signori del Piemonte centrale. Ma chi erano davvero i Taurini?
Le fonti archeologiche descrivono un popolo che visse in autonomia dal VII secolo a.c. al III secolo a.c. tra la confluenza del Po e la Dora Riparia, nell'area occupata attualmente dalla città di Torino. Le origini di questo popolo sono abbastanza chiare: essi non erano nient'altro che una tribù dei Liguri entrata in contatto con i clan celtizzati, in particolare i Salassi con cui confinavano a nord, e che per questo si distaccarono negli usi e nei riti dai cugini Liguri del sud. Per Plinio e Strabone essi erano infatti definiti come dei Semi-Galli.Al contrario i Salassi, che popolavano la Valle D'Aosta e il Canavese, sembra appartenessero alla cultura di La Thene, di chiara discendenza celtico/gallica. Essi si sarebbero espansi sul finire del VI secolo a.c. calando da nord ed entrando i contatto con i Taurini: qui le fonti sono discordanti. Alcune parlano di terribili conflitti armati, altri di convivenza pacifica. Eppure, quando il potere di Roma e di Cartagine scombussolarono queste regioni, i Salassi e i Taurini si trovarono in due fronti diversi: I Taurini con Roma, i Salassi e gli Insubri dalla parte di Annibale.
Entrambe le popolazioni sono considerate essere le fondatrici di due importanti città. I Taurini avevano come capitale la mitica Taurasia (O Taurinia), che gli storici tendono a situare nella Vanchiglietta dell'odierna città di Torino. Si ricorda inoltre che le truppe di Annibale saccheggiarono Taurasia durante la sua calata verso Roma, poiché non si era piegata alle richieste cartaginesi. Lo stesso nome dei Taurini avrebbe un significato interessante: esso potrebbe derivare dalla radice indeuropea taur, affiancata da alcuni alla voce greca ορος (montagna) da altri al sanscrito sthur (robusto). Forse la collocazione della città dei Taurini nel cuore delle montagne Piemontesi potrebbe essere la ragione di questo nome così imperioso.I Salassi fondarono invece la città di Eporedia, intitolata alla divinità celtica Epona, madre dei cavalli. Dopo la conquista romana il nome si tramutò in Iporea, quindi divenuto l'attuale Ivrea. I Salassi veneravano anche il dio Penn, protettore dei pericoli delle montagne, le cui statue scavate nella roccia si possono ancora vedere in Piemonte e in Liguria (segno di come il dio fosse venerato anche a sud).
I Taurini, secondo Plinio, erano dediti alla selvicoltura, nonché alla coltivazione di alcune varietà di segale quale l'asia e l'aravicelii. Similmente ai liguri non praticavano le tipiche scorrerie celtiche, bensì si dimostrarono più propensi a conflitti in chiave difensiva. Nonostante ci sia giunto poco di loro, è probabile che fossero usi alla costruzione di fortezze come i cugini costieri. Sia Taurini che Salassi sono descritti come abili cavalieri, tanto che prestarono forze di cavalleria alle fazioni in guerra durante i conflitti punici. Era uso di queste genti, come i galli a nord, affiancare il cavaliere da un fante che correva appresso al cavallo tenendosi per la criniera. Una volta giunto in battaglia, il fante supportava il compagno a cavallo, cercando di ferire le zampe del destriero nemico.I Salassi sono considerati dai romani come un popolo più selvaggio e bellicoso dei Taurini, ma è probabile che siano semplici damnatio memoriae causate dall'inimicizia tra i due popoli.
La lingua Taurina non è giunta a noi, almeno non in forme originali, facendo tendere gli storici per un'idioma di origine ligure. Al contrario la lingua Salassa risulta molto interessante: sebbene parlassero una lingua di origine gallica, i legami con il dialetto leponzio e insubre hanno portato a modifiche rilevanti, ancora sopravvissute nel dialetto attuale. Termini quali Bletsé (mungere), Brèn (crusca) e Daille (pino silvestre), come molti altri, sono tutti riconducibili alla pre romanizzazione. Infine sono tanti i toponimi di derivazione celtica (questo come in tante altre aree del nord Italia): Dora (Dora Baltea), Bar, da cui Bard, e Bardonecchia (Borgo fortificato).
I Taurini, dopo all'alleanza con Roma, mantennere un proprio regno indipendente sotto la guida del Re Cozio fino a circa il I secolo a.c. per poi unirsi al dominio Romano con la fondazione di Iulia Taurinorum (Torino), nel 28 a.c. Gli attuali piemontesi, con le chiare influenze francesi e romane, sono diretti discendenti del popolo del Toro. Per i Salassi la conquista fu più drammatica: sconfitti in battaglia nel 143 a.c. resistettero per decenni alla penetrazione dei romani e degli alleati insubro/taurini, finché, con le campagne di Augusto e il rastrellamento operato da Messalla Corvino, vennero definitivamente sottomessi circa nel 25 a.c.
Ma di questa campagna militare così densa di eventi ne parleremo specificatamente in un altro articolo.
Fonti:Le Alpi nel mondo antico, Ralph E. Martin.Storia della Prima Italia, Massimo Pallottino.Preistoria e Storia delle Regioni D'Italia, Gianna G. ButiSulle tracce dei salassi. Origine, storia e genocidio di una cultura alpina. Massimo Centini.
Regogolo Boemetto
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