Ficca il naso

venerdì 31 agosto 2018

I cantoni non cedono terreno: Sempach, 1386



Il borgo di Sempach era sotto assedio.
I soldati di Leopoldo III D'Austria dileggiavano i soldati riparati dietro le mura. Un cavaliere faceva ondeggiare il cappio, dicendo che presto sarebbe stato l'ornamento dei borgomastri della città. Altri, che vedevano i loro compagni falciare le scorte di grano fuori dall'insediamento, invitavano i difensori a portare loro la colazione.
D'un tratto, però, dalle mura qualcuno rispose: "Saranno quelli di Lucerna e i loro alleati a portarvi la colazione!".

Il 9 luglio all'orizzonte apparvero gli stendardi dei cantoni dell'antica confederazione svizzera: il toro di Uri, la bandiera rosso e bianca del Schywz, la banda rossa in campo bianco dell'Unterwalden, lo scudo di Lucerna. 6000 uomini, in gran parte militi armati di picca e alabarda, si precipitavano per affrontare un esercito di professionisti della guerra, tra cui più di 1500 cavalieri al servizio della casata degli Asburgo. Entrambe le armate si trovarono di fronte a due chilometri dalla cittadina, sorprese dal vedere il nemico venirgli incontro con tale foga.

Gli svizzeri presero subito possesso di un altura, per cui i cavalieri asburgo dovettero smontare per lanciarsi all'attacco. Alcuni furono costretti a staccare gli speroni dalle calzature, poiché ostacolavano i movimenti nello scontro. Mentre la mischia si sviluppava lungo tutta la cresta del colle, gli svizzeri riuscirono a formare i propri ranghi di picchieri, con cui sfondarono il fianco dei cavalieri. Per rispondere a questa manovra, gli austriaci e i mercenari al loro servizio aprirono la propria formazione in una linea più larga, riuscendo ad evitare l'accerchiamento ma trovando sfilacciati e incapaci di reggere al seguento urto svizzero. Infatti se da una parte i cavalieri invasori erano indubbiamente meglio armati e più abili dei miliziani svizzeri, l'armatura pesante sfibrava le loro forze, mentre la calura estiva riscaldave le cotte e gli elmi. Unendo alla sottostima che i nobili avevano per questi contadini male armati, presto il muro di picche svizzero iniziò a trasformare la linea di battaglia austriaca in una serie di capannelli di soldati isolati, senza alcuna coordinazione.

La storiografia svizzera di parla anche dell'eroico sacrificio di Arnold Von Winkelried, il quale si lanciò sulle picche nemiche spezzandole con il proprio peso, tale da permettere ai compagni di infilarsi nella formazione.
Vero o invezione, gli svizzeri ruppero le fila degli invasori e dopo averli messi in fuga si gettarono a predare il ricco bottino lasciato sul campo dai cavalieri austriaci. Lo stesso duca e numerosi nobili vennero uccisi dai miliziani furibondi, non usi alle normali regole di cavalleria che imperavano per tutta l'Europa.

La vittoria della confederazione non fu solo uno dei tasselli per lo sviluppo della Svizzera odierna, ma rappresentò anche l'inizio della fama degli svizzeri quali guerrieri, fama che li consentì di diventare tra i mercenari più richiesti dell'Occidente.


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